"La parola non è un oggetto casuale..una merce di scambio..un codice di comodo..è la storia..l’intelligenza che adatta o reinventa..l’emozione che dà accenti..ritmi soavità e burrasca..aspetto..volto alla muta condizione del cuore..La parola ricorda..ricorda com’eravamo..perché siamo..come saremo..ricorda nell’intimo della sua essenza..in una memoria che sopravvive ai suoi nuovi colori e ai suoi vecchi significati..perché se le cose le ha create Dio..le parole sono le cose ricreate dagli uomini..è quel nome..la vita.."
(Roberto Vecchioni)

mercoledì 14 novembre 2007

Mare Nero


“E' il tipo peggiore di inquinante con cui avere a che fare..è denso, pesante, persistente e appiccicoso e non può essere disperso neppure dal mare grosso"..
(Ian White - Federazione internazionale dei proprietari di petroliere)

Leggo in questi giorni delll'ennesimo disastro ambientale..l'affondamento della petroliera "Volganeft-139" nello stretto di Kerch che collega il Mar d'Azov al Mar Nero in Russia..costruita per la navigazione fluviale (ma che ci faceva in mare?) e in servizio dal 1978..

Più ci penso e più mi sale la rabbia..

Riporto “solo” alcuni degli incidenti che negli ultimi anni hanno visto protagoniste le petroliere o come sarebbe più appropriato chiamarle..le "Carrette del mare"..

- Aprile 1991 - 159 milioni di litri della petroliera “Haven” si riversano sulle coste Liguri..

(E come non ricordarlo?!..quell’estate avevo 8 anni ed ero in colonia a Pietraligure..è stata davvero un’esperienza che non scorderò mai tra animali morti..spiagge di catrame e l'acqua nera..
Da allora sono -giustamente!- incazzato più della nera pece quando vedo il perdurare di questi disastri ambientali)..

- Dicembre 1992 - La petroliera greca “Aegan Sea” con 80.000 tonnellate di greggio urta il molo del porto di La Coruna in Galizia in Spagna e affonda..

- Gennaio 1993 - La petroliera liberiana “Braer” si schianta nei pressi delle isole Shetland in Gran Bretagna spezzandosi e riversando in mare 85.000 tonnellate di petrolio..

- Marzo 1995 - Una marea nera lunga più di 20 chilometri si rovescia nel Danubio..nella Bassa Baviera..30.000 litri di greggio fuoriescono dalla petroliera olandese "Patric"..

- Febbraio 1996 - La petroliera liberiana "Sea Empress" (un bel nome appropriato!) si incaglia nel sud del Galles..Perde 70.000 tonnellate di greggio..

- Gennaio 1997 - Un forte temporale provoca il naufragio nelle vicinanze dell'isola di Oki in Giappone..della petroliera russa "Najodka"..In mare finisce gran parte del carico..

- Febbraio 1997 - La petroliera panamense "San Jorge" si incaglia al largo delle cose dell'Uruguay e rovescia in acqua parte delle sue 80.000 tonnellate di carico (petrolio e combustibili raffinati)..

- Dicembre 1999 - La petroliera "Erika" dell'armatore italiano Savarese fa naufragio davanti alle coste della Bretagna francese..La marea nera generata da almeno 20.000 tonnellate di greggio contamina più di 400 chilometri di costa..

- Gennaio 2001 - Il naufragio della “Jessica” al largo dell'arcipelago delle Galapagos..una delle pochissime oasi naturali del mondo..provoca la fuoriuscita di 175.000 galloni di carburante..Molti animali marini vengono fatti evacuare mentre lo stato d'emergenza per le Galapagos viene dichiarato dalle autorità ecuadoriane..

- Novembre 2002 - Affonda a 3850 mt di profondità la nave "Prestige"..riversando nei mari e su oltre 295 km di coste della Galizia in Spagna 77.000 tonnellate di petrolio..

Credo che questi incidenti possano bastare a rendere l’idea..

Le "Carrette del mare" dicevamo..
Queste imbarcazioni sono in circolazione senza possedere i necessari standard di sicurezza richiesti dalle nuove regolamentazioni internazionali..
Basta pensare che una normativa internazionale stabilisce il massimo di operatività di una nave destinata al trasporto di sostanze inquinanti in 20 anni di servizio effettivo..quando invece l'età media delle petroliere in navigazione è di 16 anni..In questo modo è facile rendersi conto del grave rischio che corrono i nostri mari..
Le vecchie bagnarole..spesso non idonee a resistere nei mari in tempesta..dovrebbero essere sostituite con nuove imbarcazioni costruite secondo dettami di sicurezza molto precisi e notevolmente più costosi.. e in un mercato così aggressivo come quello del petrolio la sicurezza viene vista non come un investimento ma come una spesa in più..
Questo lo sanno soprattutto le compagnie petrolifere che possono risparmiare il 20% dei costi di trasporto impiegando una nave a scafo singolo quando la legge ne prevede almeno due..

A onor del vero ad inquinare i mari in modo gravoso ci sono anche le dispersioni di oli dovute alla normale navigazione e soprattutto alla vietatissima pulizia delle cisterne..Se viene fatta negli appositi bacini di carenaggio ha un costo notevolmente superiore alla più semplice pulizia fatta di nascosto e artigianalmente appena raggiunte le acque internazionali..

I danni per l'ambiente sono stati e saranno ancora per molto tempo gravissimi..forse irreparabili..E' provato che la fuoriuscita petrolifera in caso di incidente distrugge chilometri di costa devastando barriere coralline..spiagge e tutta la fauna che vi abita..questo anche se contenuta dall’opera dei soccorritori..

Quando una petroliera subisce un incidente nel quale ci siano dei versamenti di petrolio in mare si provocano molti danni all'ambiente..
Il petrolio forma infatti uno spesso strato superficiale chiamato comunemente "marea nera" che impedisce l'ossigenazione dell'acqua e la penetrazione della luce solare..Gli organismi..si sà..non possono vivere in assenza di ossigeno e luce solare..
Con il passare dei mesi le sostanze più leggere o evaporano o vengono distrutte lentamente da microrganismi o da reazioni chimiche..quelle più pesanti invece rimangono sotto forma di grumi che affondando lentamente vengono a poco a poco attaccate da batteri o da reazioni chimiche..Prima di scomparire però distruggono anche gli organismi che vivono sui fondali..
Negli animali salvati è stata dimostrata una successiva carenza nelle funzioni di isolamento termico della pelle semidistrutta dal greggio e una diminuzione del 50% nella capacità riproduttiva..Gli uccelli che rimangono imprigionati nel petrolio non possono più volare..

Nel “nostro mare”..il Mediterraneo..che è appena l'1% dei mari del Pianeta ma una delle zone marine più inquinate al mondo..si concentra il 28% del traffico mondiale di petrolio..300 petroliere che rilasciano complessivamente una scia nera di 2.800 tonnellate di petrolio al giorno..equivalenti a 15 "Prestige" l'anno (la petroliera naufragata al largo della Galizia nel 2002)..
In sostanza serve uno sforzo politico generalizzato per far passare con la legge ciò che il mercato non accetta per semplici ragioni di profitto..
Per far passare ciò che le compagnie petrolifere non accettano per la loro sete di guadagno (negli ultimi sei anni le prime cinque compagnie..tutte americane!..hanno realizzato 464 miliardi di dollari di profitto)..
Quando capiremo che il petrolio fa stramaleddettamente male al nostro pianeta?..Quando ci decideremo ad usare l'energia pulita del sole..del vento e del mare?!..
Perchè una cosa è vera e più che certa..la vita del mare..di qualsiasi mare..va salvaguardata..amata e rispettata..costi quel che costi..

"Frattanto i pesci
dai quali discendiamo tutti
assistettero curiosi
al dramma collettivo
di questo mondo
che a loro indubbiamente
doveva sembrar cattivo
e cominciarono a pensare
nel loro grande mare
com'è profondo il mare"
(Lucio Dalla)

Mario

1 commento:

Anonimo ha detto...

Inizia a essere davvero snervante vedere come l'uomo se ne frega dell'inquinamento. Ormai non se ne può più; ci ritroveremo davvero, prima o poi, a fare il bagno nello stesso petrolio. Tutto perché non se ne può fare a meno? Ma andiamo...