"La parola non è un oggetto casuale..una merce di scambio..un codice di comodo..è la storia..l’intelligenza che adatta o reinventa..l’emozione che dà accenti..ritmi soavità e burrasca..aspetto..volto alla muta condizione del cuore..La parola ricorda..ricorda com’eravamo..perché siamo..come saremo..ricorda nell’intimo della sua essenza..in una memoria che sopravvive ai suoi nuovi colori e ai suoi vecchi significati..perché se le cose le ha create Dio..le parole sono le cose ricreate dagli uomini..è quel nome..la vita.."
(Roberto Vecchioni)

venerdì 11 gennaio 2008

Anima Salva


Mi sono innamorato di lui..come lui si innamorava di tutto..
Dei suoi eroi malvisti..derelitti e risplendenti di solitudine..
E la forza delle sue parole..che rendevano reale la vaga idea che il mondo fosse ingiusto e cieco..era una ferita..una ferita nell'animo che si fa presente nel vedere come quella vaga idea sia oggi una certezza..
Quelle stesse parole erano la conferma dell'intuizione che l'arte e la poesia potessero essere la più radicale delle rivolte..
Lui era lontano dalle mode..profondo nella comprensione..con una densità culturale pari alla finezza del sentimento..
Ma le sue canzoni erano violente..durissime..facevano male..parlavano di un dolore e di una solitudine senza tempo..nella quale chi ha fatto esperienza del male di vivere non può non riconoscersi..
Il suo pensiero era animoso..duro fino all'acredine nella rappresentazione del potere..fortemente incline all'invettiva..Anarchicamente detestava le maggioranze e la loro forza conformistica..capace di anestetizzare i sentimenti..ma invece di lasciarsi prendere dalla rabbia e dall'impotenza lasciava scatenare la sua potenza narrativa..la sua anima poetica..

Il linguaggio come arma..le canzoni come bombe..e con esse faceva esplodere le contraddizioni del proprio tempo..ne metteva a nudo le menzogne e le ipocrisie..
Ha dissacrato i falsi miti del perbenismo e del moralismo borghese in cui ha vissuto..delle sue meschine sicurezze..delle sue grette piccinerie..dei suoi sciocchi luoghi comuni..della sua ipocrisia avida e vigliacca..
Ha saputo raccogliere e interpretare i sentimenti e le condizioni degli ultimi..degli emarginati..degli offesi e umiliati d'ogni tipo e risma..e ha saputo dare voce e rappresentare più di ogni altro le inquietudini dei giovani e il loro bisogno di rivolta..
"Fabrizio De Andrè ha accompagnato questi anni come un contrappunto..come uno stimolo..uno stimolo a non perdere mai la capacità di far volare gli occhi un pò più in alto rispetto al piano della vita ordinaria..della cronaca..oppure anche dell'impegno politico..Ci ha aiutato a pensare..a pensare in altri modi..a guardare le cose con altre parole..e le parole in qualche modo sono delle guide che spingono l'animo..il corpo..verso territori che spesso nell'impegno quotidiano vengono dimenticati"..
(Renato Curcio)

Ed è verso quei territori che spingo il mio animo..inseguendo la corrente d'ali che De Andrè si è lasciato dietro di se volando via la notte dell'11 gennaio del 1999..quando il male gli ha spezzato il fiato e la bellissima voce..
Quella fredda e scura notte..quando le sue braccia divennero ali ed è corso a vedere l'estate e il colore del vento..De Andrè ci ha consegnato qualcosa che è ben più di una goccia di splendore..ci ha lasciato con qualcosa d'immenso..un'eredità da far germogliare e che allora non capivo e che ancora oggi scopro..giorno dopo giorno..goccia dopo goccia..tra le pieghe indelebili delle sue idee..dei suoi pensieri e delle sue parole..
E alla fine forse è proprio vero..
Che "è stato meglio lasciarci che non esserci mai incontrati"..

"Poserò la testa sulla tua spalla
e farò un sogno di mare e domani un fuoco di legna
perchè l' aria azzurra diventi casa..
Chi sarà a raccontare,
chi sarà, sarà chi rimane..
Io seguirò questo migrare,
seguirò questa corrente d'ali.."
(Fabrizio De Andrè)

Mario

Ps..Un grazie sincero a Jhonny..e alla Scighera..che esiste e resiste..Dove si è vissuto un viaggio nella viva memoria delle 'tracce deandreiane' tra suite strumentali..letture poetiche e rappresentazioni teatrali in compagnia di Alberto Cantone..Marta Marangoni..Oscar Agostoni..Rocco Marchi..Isa e Alessio Lega..


domenica 6 gennaio 2008

Impressioni di Dicembre


Morbide colline..come fossero le dolci curve di una bella donna..il gioco cromatico dei campi..rustici casali.. fattorie e cantine..cipressi che si stagliano alti e sottili ascendendo al cielo..quel cielo che colora e accende più del vero la terra..boschi di castagni..querce e lecci..castelli e borghi medievali..gli uliveti e i filari dei vigneti li a donare il nettare degli Dei a noi mortali..
E’ aria pura per l’anima..acqua fresca che ritempra il corpo..erba medica che lenisce le ferite dello spirito..
Così il paesaggio toscano mi conquista ogni volta con immutato fascino..
E allora scrivo per ricordare questi splendidi giorni passati a cavallo tra il vecchio e il nuovo anno..tra le colline nel cuore della Toscana..tra il Chianti e le Crete Senesi..iniziando dal ritorno..assieme ai miei inseparabili compagni di ventura..Ciccio e il Tato..nella meravigliosa Siena guidati dalla mano amica e indigena di Silvia come a suggellare un eterna alleanza tra la sua Contrada..l’Istrice..e la mia..la Coccinella..che ovviamente non esiste se non nella mia fervida e scottante immaginazione..
Il girare in modo inconsueto tra anfratti e vicoli pittoreschi..dalla Fortezza Medicea all'elegante Palazzo dei Monte dei Paschi..la banca più antica del mondo..La mole maestosa del Duomo in stile Romanico-Gotico con la facciata raffigurante santi..profeti..sibille e animali allegorici..La colonna sulla piazza antistante con in cima la lupa simbolo di Siena che allatta i due gemelli..La discesa verso il Battistero di San Giovanni e la vista dalla Contrada della Selva sulla grande Basilica di San Domenico..e infine la trecentesca e suggestiva Piazza del Campo a forma di conchiglia concava..luogo neutro e di tutti perché lì si fermano i confini delle diciassette contrade di Siena..
Il sole alto a investire di luce le persone che vi arrivano dagli stretti chiassi circostanti e a illuminare in uno spazio aperto il Campo e la quattrocentesca Fonte Gaia che fra i mattoni rossi e le facciate ocra dei palazzi spicca con le sue bianche balaustre in candido marmo..Gli uccellini che volano a stormi giocando sulle nostre teste..il cielo azzurro e limpido con fratello sole a scaldarci come in un giorno di Primavera..e noi seduti sul pavimento in mattoni a scendere verso il Palazzo Comunale in pace e in armonia con il mondo..Di fronte la svettante Torre del Mangia che spicca alta nel cielo e che sul grande orologio segna il 31 Dicembre..Il panino più costoso ma tra i più buoni che mi sia mai capitato di mangiare con lardo di cinta senese e pecorino fresco di Pienza..la bottiglia di Chianti dei Colli Senesi bevuta fino all’ultima goccia in un atto di amore consumato verso quella piazza..quella città..quella terra..quel cielo..quel sole..quel giorno..e quei grandi amici..
La bottiglia che finisce..come l’anno che sta per passare..e che osservo..il volto in stile Liberty di una ragazza con la testa cinta da foglie e grappoli di uva fin sotto al mento..è bella e triste..come per dirmi che dopo di lei ce ne sarà un’altra..e quante altre ancora..lei che è come l’anno che sta per finire..e le altre che verranno come l’anno che sta per iniziare..
Bevo l’ultimo sorso di quel miele del cuore e le prometto che non la dimenticherò..lei guarda diritta davanti a se con lo sguardo perso alle mie spalle..non mi risponde..e in un irreale silenzio infine ci separiamo su quella Piazza..lasciandomi il suo sapore sulle labbra e nella gola..a inebriarmi e ad accendermi i sensi sempre più scaldati da quel tiepido sole d’Inverno..

Mario