"La parola non è un oggetto casuale..una merce di scambio..un codice di comodo..è la storia..l’intelligenza che adatta o reinventa..l’emozione che dà accenti..ritmi soavità e burrasca..aspetto..volto alla muta condizione del cuore..La parola ricorda..ricorda com’eravamo..perché siamo..come saremo..ricorda nell’intimo della sua essenza..in una memoria che sopravvive ai suoi nuovi colori e ai suoi vecchi significati..perché se le cose le ha create Dio..le parole sono le cose ricreate dagli uomini..è quel nome..la vita.."
(Roberto Vecchioni)

giovedì 24 aprile 2008

25 Aprile


“Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero perché lì è nata la nostra costituzione”..
(Piero Calamandrei)


Albert Kesselring..generale tedesco con il grado di feldmaresciallo..comandò le forze armate germaniche in Italia durante la Seconda Guerra Mondiale tra il 1943 e il 1944..
Venne catturato nel 1945 e a fine conflitto..nel 1947..fu processato e condannato a morte per crimini contro l'umanità e per i numerosi eccidi che l'esercito nazista commise ai suoi ordini..

Tra le stragi più efferate sotto il suo comando vi furono l’eccidio delle Fosse Ardeatine a Roma..dove 335 civili furono massacrati come atto di rappresaglia per un attacco eseguito da partigiani contro le truppe naziste e l’eccidio di Monte Sole (più noto come la Strage di Marzabotto) in cui vennero uccise oltre 800 persone nel quadro di un'operazione di rastrellamento di vaste proporzioni diretta contro la formazione partigiana “Stella Rossa”..

Successivamente la condanna a morte fu tramutata in ergastolo..ma Kesselring venne rilasciato nel 1952 per le sue presunte gravi condizioni di salute..Tale gravità fu smentita dal fatto che dopo la scarcerazione visse altri otto anni libero nel suo paese..
Kesselring fu immediatamente accolto come un eroe e un trionfatore dai circoli neonazisti bavaresi e divenne il leader federale dell'organizzazione "Stahlhelm, Bund der Frontsoldaten” (Elmo d'acciao, federazione dei soldati del fronte) di reduci neonazisti..

Morì senza mai aver rinnegato nulla circa il suo operato durante la guerra..né la sua incondizionata fede in Hitler..Ma soprattutto..sostenne di non essersi mai pentito di ciò che aveva fatto durante i 18 mesi nei quali tenne il comando in Italia ed anzi dichiarò che gli Italiani..per il bene che secondo lui aveva loro fatto..avrebbero dovuto erigergli un monumento..

In risposta a queste affermazioni Piero Calamandrei scrisse la celebre epigrafe (recante la data del 4.12.1952..ottavo anniversario del sacrificio di Duccio Galimberti)..“Lo avrai, camerata Kesselring..” il cui testo venne posto sotto una lapide ad ignominia collocata nell'atrio del Palazzo Comunale di Cuneo in segno di imperitura condanna al criminale nazista..

Lapide ad ignominia
Lo avrai
camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.
Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire.
Ma soltanto col silenzio dei torturati
Più duro d'ogni macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo.
Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
RESISTENZA

Oggi questa epigrafe è ancora lì..come monito per tutti coloro che rimpiangono il ventennio e che il ventennio lo sognano ancora..
E’ lì..per chiunque tenti di sminuire..di infangare o di cancellare la storia della Resistenza..nel misero tentativo di equiparare i repubblichini sostenitori dei nazisti ai partigiani e ai combattenti degli eserciti alleati..

E’ lì..perchè nel ricordare i Caduti e nel rinnovare la difesa della democrazia e dei valori di libertà..giustizia..solidarietà e pace che hanno animato la lotta di Liberazione e sui quali si fonda la Costituzione della Repubblica..oggi..come ogni 25 Aprile..affinchè lo sappiano bene tutti i neofascisti..scenderemo nelle strade e riempiremo le piazze per gridare a gran voce..

“Ora e sempre Resistenza!”..

Mario

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