"La parola non è un oggetto casuale..una merce di scambio..un codice di comodo..è la storia..l’intelligenza che adatta o reinventa..l’emozione che dà accenti..ritmi soavità e burrasca..aspetto..volto alla muta condizione del cuore..La parola ricorda..ricorda com’eravamo..perché siamo..come saremo..ricorda nell’intimo della sua essenza..in una memoria che sopravvive ai suoi nuovi colori e ai suoi vecchi significati..perché se le cose le ha create Dio..le parole sono le cose ricreate dagli uomini..è quel nome..la vita.."
(Roberto Vecchioni)

sabato 8 marzo 2008

Deliri Notturni


“Tutto ciò che vediamo o sembriamo non è altro che un sogno in un sogno..”
(Edgar Allan Poe)

Notte insonne questa..
Di quelle notti in cui ti giri e ti rigiri nel letto per poi tornare sempre nella stessa posizione..Sdraiato a testa in su con le braccia incrociate sotto la testa e lo sguardo a fissare ombre sul soffitto..
E un pensiero che batte e ribatte nella testa..come lo sciabordio di un’onda che risale la delicata china di una spiaggia per poi arrestarsi..esitante per un solo attimo..e sconfitta ritirarsi indietro verso il mare..
Scrivo..non so perchè..
Forse perché certe cose salgono dal cuore alleggerite dallo spirito del vino..
Forse per riuscire a smettere di tormentarmi con un mondo assurdo fatto di pensieri da fermare in parole..
Deliri scritti a nessuno per provare a non sentirmi..almeno questa notte..come una fiamma accesa di una candela ormai spenta..
Ripenso alle parole di un amico..“Era chiaro che io ero come una diga sul punto di spezzarsi..E' bastato che tu spingessi sulla paratia marcia e l'acqua ha cominciato a filtrare”..
L’acqua come flusso delle nostre emozioni..dei nostri sentimenti..
Perchè non riusciamo a far scorrere l’acqua liberamente?..
Come può essere fermata dalla diga della ragione?..
Come può uno scoglio arginare il mare?..me lo chiedo continuamente..eppure..
Eppure ho visto..in un attimo di fuggevole illuminazione..la mia stessa immagine smarrita nella fissità del riflesso della mia finitudine..circondata da narcisi e solitudini..
Mi sono sentito un fantasma consapevole della propria fragilità..l’ombra di me stesso..il protagonista sognatore delle Notti Bianche di Dostoevskij..Innamorato a suo modo di nessuna..di un ideale che gli appare in sogno..e che un giorno incontrerà..fino all’inevitabile abbandono..
Che cos’è?..E’ il sogno che si è sostituito alla realtà e la realtà al sogno fino a non farmi distinguere più nulla?..
Fernando Pessoa ha vissuto le sue inquietudini e i suoi amori in una vita avulsa dalla realtà mascherandosi dietro ad altri nomi..fino a capire il senso delle stelle e di un uomo quando ormai era troppo tardi..
Ma perché aspettiamo che sia sempre troppo tardi?..
Lettere mai scritte..o scritte e mai date..biglietti che il tempo ha consumato..parole non dette..smarrite..rinchiuse nei cassetti della mente..
E visi incontrati..immaginati..sognati..
Volti senza un nome..proiezioni..visioni..senza un’esistenza terrena accertata..
Intenzioni rimaste sospese e ora pronte a rivendicare il loro diritto all'esistenza contro l’assenza di un vuoto che ci riempie senza perché e che si fa sempre più divergenza di dolore..
In un’eco..che non sono pensieri né ricordi..non sono nulla..solo possibilità..ricombinazioni del tempo passato presente e futuro..nel piccolo immenso spazio dell’intera esistenza..
E in quello spazio di ricerca della propria salvezza..lasciarsi andare abbandonandosi a sè stessi..
Proiettarsi in una visione poetica che è insieme sogno e realtà..
Seguire il corso del fiume delle proprie emozioni fino a incendiare nell’orizzonte..da cui si distendono dense e calde pennellate di colori impressionisti..immersi in una catarsi liberatrice e salvifica..
Fino al blu iridescente del mare..oltre ogni barriera..oltre ogni costrizione..
E lì..nel mare..lontano da tutto..ma nel tutto..
Trovarti..amarti..e giocare il tempo..


Mario


1 commento:

Anonimo ha detto...

Le dighe, spesso, sono tutto quanto noi costruiamo nella nostra vita. Dighe per trattenere, dighe per irrigare, dighe per generare energia da sfruttare in modo dovizioso. Non si pensa mai che l'acqua in sè, il salto d'acqua in sè, è foriero di energia. Non vi si pensa mai perchè quella sua energia è inutilizzabile per fini pratici tipo una vita ordinata, tipo figli da crescere, tipo mogli con cui stare. L'energia intrinseca dell'acqua è lambire e bagnare, a caso, chiunque vi si trovi sommerso. E' un'energia fortemente salvifica, perchè chi vi incappa, scopre di essere fatto per scorrere libero e non essere trattenuto da dighe. E' duale, l'acqua: può essere rivoluzionaria, dirompente oppure anche stagnante e minacciosa.
Mai insieme però... Chi sceglie una cosa rinuncia all'altra.